La gatta cenerentola – approfondimento

articolo originale su ondarock

Genesi dell’opera

Roberto De Simone è forse il più importante musicologo che l’Italia meridionale abbia mai espresso: non solo grazie ai molti saggi pubblicati dalla Einaudi, ma anche per il recupero e la rielaborazione di musiche tradizionali messa in atto con la Nuova Compagnia di Canto Popolare (da qui in avanti, N.C.C.P.), capace di salvare dall’oblio sia un vasto repertorio, sia un approccio all’arrangiamento dello stesso.

La storia e i simboli

“La gatta Cenerentola” si basa sulla fiaba omonima di Giambattista Basile, pubblicata come parte della raccolta postuma “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille” (1634-36). De Simone l’ha però fortemente rimaneggiata, eliminando alcuni personaggi e aggiungendone di nuovi, nonché modificando degli avvenimenti, basandosi sia su creazioni proprie, sia su versioni alternative della fiaba facenti parte della tradizione orale, raccolte durante le sue ricerche nell’entroterra campano.

Cenerentola vive con la matrigna e sei sorellastre, che la disprezzano per via del mancato legame di sangue col resto della famiglia, trattandola di fatto come una serva. Un giorno giunge notizia che il re ha indetto tre sere di ballo: la matrigna si mostra subito interessata a far partecipare la figlia maggiore all’evento e deride Cenerentola quando questa dichiara lo stesso desiderio.
Tuttavia, grazie all’intervento di un monacello (spiritello tipico del folclore locale), Cenerentola scopre un trucco magico che le permette di ottenere una serie di vestiti sontuosi, con cui si reca al ballo tutte e tre le serate, catturando l’attenzione del re. Quando fugge dal palazzo reale la terza sera perde tuttavia una scarpetta.
Due emissari del re esploreranno allora la città per provare la scarpetta a tutte le ragazze, annunciando che colei a cui calzerà diverrà regina. Cenerentola, timorosa, accetterà la prova solo dopo l’insistenza di un gruppo di lavandaie sue amiche.

Potrebbe sembrare una trama lineare e somigliante, per grandi linee, alla versione universalmente nota della fiaba, ma vanta una serie di scene che ne dilatano la struttura e ne aumentano la portata simbolica.

L’organizzazione

Per mettere in scena lo spettacolo De Simone organizza, con l’aiuto del produttore Bruno Fantuzzi, la Compagnia il Cerchio, che comprende un’orchestra di dodici elementi e una squadra di quattordici attori.
La N.C.C.P. è presente al completo, con l’eccezione di Eugenio Bennato: il fiatista Nunzio Areni trova spazio nell’orchestra, mentre gli altri vengono arruolati come attori/cantanti. Fausta Vetere interpreta Cenerentola, Peppe Barra la matrigna, Patrizio Trampetti la figlia maggiore, Giovanni Mauriello il monacello e il femminella.

Fra le interpreti più importanti estranee alla band, vanno segnalate Isa Danieli, la leader delle lavandaie, e Concetta Barra, madre di Peppe, che proprio De Simone spinse a riprendere l’attività teatrale interrotta da giovane in seguito alla nascita dei figli. Le viene affidato il ruolo della zingara, figura estranea alla storia che appare in alcuni momenti chiave per chiarire la narrazione e suggerire alcune simbologie di carattere religioso, come il parallelo fra Cenerentola e la Madonna di Piedigrotta, che secondo una leggenda perse una scarpa in riva al mare.

Una figura particolarmente importante per la riuscita dell’opera, cui non viene talvolta dato il giusto risalto, è il direttore d’orchestra Antonio Sinagra, autore di tutti i complessi arrangiamenti strumentali. Pur avendo lavorato seguendo le indicazioni di De Simone, è indiscutibile la sua parte di merito nella creazione della formula magica che sorregge i brani.

In contemporanea alle prove, viene inciso – dallo stesso personale – l’album con la colonna sonora dello spettacolo, che contiene tutte le canzoni e qualche passo recitato particolarmente importante (“La scena del rosario” e “La scena delle ingiurie”). Vi si segnala la presenza del chitarrista classico Umberto Leonardo, che interpreta la strumentale “Villanella a ballo” (il musicista sarebbe orbitato nell’universo di De Simone anche negli anni a seguire).
Pubblicato nel 1976, il disco riesce a entrare nella classifica nazionale nell’aprile del ’77, sull’onda del successo del tour italiano dello spettacolo, arrivando a toccare il numero 33 (se sembra poco, si tenga conto che nessun’altra colonna sonora teatrale dell’epoca è entrata in classifica).

Le reazioni

Nonostante il travolgente successo di pubblico, “La gatta Cenerentola” generò una sorprendente polarizzazione a livello critico: a una maggioranza di giornalisti entusiasti si opposero dissidenti isolati ma di grosso calibro, che criticarono aspramente l’opera, creandole intorno uno sgradito clima di contrasto.
A seminare zizzania ancor prima della stampa fu però Eugenio Bennato, che proprio quell’anno abbandonava la N.C.C.P. per contrasti sulla direzione intrapresa: dopo aver dichiarato sciolta la band – venendo subito smentito dai fatti – attaccò la nuova opera di De Simone, definendola troppo aristocratica. Gli fecero di lì a breve eco colossi della saggistica come Goffredo Fofi e Michelangelo Zurletti, che l’additarono come un prodotto per borghesi, con arrangiamenti troppo complessi, che tradivano lo spirito della tradizione autentica.

Andò ancora peggio a Napoli, dove quasi tutti i critici locali stroncarono un’opera che aveva invece conquistato il resto d’Italia: venne contestato l’uso del turpiloquio e la struttura confusionaria (personaggi come la zingara o il femminella, ma anche brani come “Jesce sole”, erano in effetti indipendenti dal resto della storia e il loro valore aggiunto non venne colto), venne messa in dubbio l’autenticità di alcune delle figure popolari riportate, ma soprattutto venne criticato il ritratto di Napoli, che risultava chiassosa, superstiziosa e violenta, eludendo in maniera piuttosto ottusa il fatto che quella rappresentata non era certo la Napoli attuale (e anche se lo fosse stata, non si vede perché De Simone avrebbe dovuto restituirne un ritratto forzatamente idilliaco).
Lo spettacolo era del resto nato nel segno della diffidenza da parte delle alte sfere locali: la regione Campania rifiutò infatti il finanziamento per metterlo in scena, che alla fine giunse nientemeno che dall’Emilia Romagna, come si evince dalla scelta del bolognese Fantuzzi come organizzatore del progetto.

Finalmente, nel gennaio del ’77 anche Napoli ebbe la sua rappresentazione, al Teatro San Ferdinando, che Eduardo gli aveva già messo a disposizione per le prove. A dispetto di un’intellighenzia ostile, il pubblico rispose con grande calore, fatta salva l’invasione di un gruppo di autoriduttori (gli stessi del processo a Francesco De Gregori) durante una delle serate.

Epilogo

“La gatta Cenerentola” è oggi considerata una delle opere più importanti nella storia del teatro italiano e la sua colonna sonora è un disco celebrato universalmente (ha addirittura trovato spazio in una pubblicazione nazionalpopolare come Rolling Stone, in occasione della lista dei migliori album italiani). Il suo grande successo portò purtroppo in crisi il rapporto fra De Simone, sempre più interessato alla ricerca antropologica e al teatro, e il resto della band, che invece non nutriva pretese attoriali: di lì a breve il fondatore avrebbe abbandonato la sua stessa creatura, che esiste tuttavia ancora oggi, sotto l’egida di Fausta Vetere.

De Simone continuò a mantenere la propria centralità nella scena musicale napoletana anche negli anni Ottanta, arrangiando “Napoli – La sua canzone”, storico album/cofanetto di Sergio Bruni.
Dalla diaspora della N.C.C.P. derivarono anche altre carriere di prestigio, in particolare quella di Peppe Barra, che negli anni Novanta indovinò una serie di dischi di grande valore sperimentale.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: