LE TARANTELLE*
di Tullia Conte
*Il termine “Tarantella” si riferisce ad una “grande famiglia”, in cui sono incluse la maggior parte delle danze e musiche del sud Italia: Pizzica, Tammurriata, Tarantelle della Calabria, Saltarello e molte altre.
Il canto sul tamburo, conosciuto anche come tammurriata, è una pratica diffusa in alcune aree della Campania, che ha come scopo principale di accompagnare il ballo nell’ambito di pellegrinaggi devozionali presso santuari dedicati alla Vergine.


Gli strumenti tradizionalmente adoperati nelle varie aree sono il tamburo a cornice, che caratterizza il repertorio, le castagnette, il putipù, il tricchebballacche e lo scacciapensieri o la fisarmonica.


Prima degli anni ’70 del Novecento, questo tipo di repertorio veniva indicato come canzone ‘ncopp’ ‘o tammurro. Il termine tammurriata è legato al repertorio della canzone napoletana, alla famosa «Tammurriata nera» ma, ancor prima, a canzoni come «Tammurriata palazzola», «Tammurriata americana» ed altre.
La “Taranta”
Nel 1959, l’antropologo Ernesto De Martino scopre e fa rivivere i resti del rito necessario per curare il morso della tarantola. Ragno mitico, che morde e inietta un veleno che porterà presto la vittima nella follia, alla crisi e alla necessità immediata di unacura fisica. Così la danza Pizzica , o Tarantella diventa il mezzo per l’ espressione di stati d’animo, preoccupazioni personali, che diventano socialmente condivisi . L’antico mito affonda le sue radici nel passato archetipico, saturo di simboli e idee della tradizione del teatro popolare .




Il tarantismo, vede nel Cilento, in Campania, l’ultimo baluardo della sua manifestazione. Annabella Rossi vi ha dedicato una ricerca che raccoglie circa cinquanta testimonianze realizzate tra Capaccio, Trentinara e altri paesi dell’entroterra salernitano nel 1976. Il volume “L’altra taranta – Annabella Rossi e il tarantismo nel Cilento” approfondisce questi accadimenti…Leggi di più
Aspetti simbolici molto profondi sono legati a questa danza.